domenica 2 giugno 2019

Catania, col rosso non si passa

I miracoli non si ripetono ogni tre giorni. Altrimenti non sarebbero tali. Risorto in extremis nella semifinale d’andata, il Catania non riesce inventarsi un ribaltone che, date le circostanze, a un certo punto avrebbe assunto i connotati del soprannaturale.
La stagione etnea si chiude al Provinciale, in una partita schizofrenica e piena di episodi contestati, terminata dai rossazzurri addirittura in otto. Le tre espulsioni decretate dal pessimo Sozza segnano – e come non potrebbero – novanta minuti che l’arbitro proprio non riesce a tenere in pugno, fischiando troppo e male, con approssimazione e colpevole impulsività.
La direzione di gara inadeguata non diventi però un alibi che tutto copre. L’arbitraggio di Sozza è solo uno degli elementi da mettere sul piatto di una bilancia che al termine dei 180′ pende dalla parte del Trapani, pronto a sfruttare il miglior ranking nella stagione regolare accedendo con merito alla finale con il Piacenza grazie a due pareggi.

I granata fanno meglio nell’arco della doppia sfida completando l’opera in casa dopo aver ipotecato la qualificazione al Massimino con 70 minuti decisamente ben fatti. Al Provinciale, per la verità, la formazione di Italiano, confermata in blocco, brilla meno, ma fa quanto basta per gestire la situazione propizia.

Toccherebbe al Catania, la cui unica opzione è la vittoria, produrre uno sforzo superiore, ma il 4-3-3 varato da Sottil non produce gli effetti sperati. Il tecnico di Venaria schiera una formazione inedita anche se in massima parte annunciata con Aya largo a destra in difesa al posto di Calapai, Esposito inserito al centro e Baraye preferito a Marchese sulla sinistra, Lodi titolare per la prima volta nei play off affiancato in mediana da Rizzo e Llama con Biagianti in panca e un tridente nel quale Di Piazza fa la punta centrale, Sarno si allarga a destra e Manneh gioca a sinistra.

Un impianto di gioco che somiglia a quello utilizzato nella ripresa della sfida d’andata. Stavolta, però, con scarso esito: la catena di sinistra non si attiva a dovere; sulla fascia opposta Aya, un centrale adattato laterale, non può che rimanere bloccato e Sarno resta troppo fuori dal gioco; i lanci lunghi sono colpevolmente troppi.

Espressione di gioco complessivamente modesta, come nell’arco di tutta l’annata, al cospetto di avversari che, seppur sviluppando un possesso meno incisivo di mercoledì sera, arrivano comunque spesso primi sul pallone e rischiano poco.

Llama, con tanto di turbante in testa per una gomitata di Scognamillo non sanzionata da Sozza, è il primo a cercare la porta con un sinistro a lato non di molto. Il gol, però, lo fa il Trapani. Su punizione, una specialità della squadra di casa (la migliore di tutta la C nella stagione regolare per le reti da piazzato: 5). Sozza s’inventa un fallo che non c’è ai venti metri per una plateale caduta di Corapi su chiusura (si fa per dire) di Silvestri e Taugourdeau batte Pisseri, in vistoso ritardo, con una parabola neppure troppo angolata che scavalca la barriera.

Sull’onda dell’entusiasmo, i granata ci riprovano subito con un tiro a lato di Tulli e una conclusione di Toscano respinta da Pisseri. La reazione del Catania è tutta in una botta mancina di controbalzo di Manneh che sorvola la traversa.

Come al Massimino, Sottil non può che rivoluzionare la squadra dopo l’intervallo con un triplo cambio: Silvestri, Rizzo e Manneh lasciano spazio a Calapai, Biagianti e Marotta per un 4-3-1-2 nel quale Sarno va a fare il trequartista. Il Catania sembra migliorare, ma a complicare tutto arriva la folle espulsione di Esposito, autore di un colpo proibito ai danni di Costa Ferreira dopo alcune scintille in area tra Biagianti e Toscano.

Sottil arretra Biagianti in difesa e poi inserisce pure Brodic e Curiale. E sono proprio i due nuovi entrati a riaprire la gara: cross dalla destra del croato e colpo di testa vincente dell’ex di turno, complice la marcatura persa da Taugourdeau e un’uscita imperfetta di Dini.

Il gol cambia gli equilibri psicologici del match: il Catania, pur in dieci, torna a crederci, il Trapani avverte il pericolo e trema (indicative, in tal senso, le reiterate perdite di tempo). Gli etnei vanno vicini al clamoroso raddoppio con uno schema da angolo che libera al tiro Llama, il cui sinistro dal limite viene contenuto da Dini in due tempi e non senza affanni.

I giochi però si chiudono nel finale, quando Sozza si erge a protagonista espellendo prima Biagianti per doppia ammonizione (presunto fallo su Evacuo) e poi Calapai, reo di avere conteso con troppa veemenza alla panchina di casa un pallone finito oltre la linea laterale.

Il Catania chiude in otto. Con tre espulsioni, tanto rammarico e colpe precise. Per una stagione che poteva e doveva andare in un’altra maniera.

a.c) - Lasiciliaweb.it

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