domenica 8 marzo 2020

E’ un Catania da viaggio

Campo Ulisse o Cabanuca. Chi li ricorda? Arene calcistiche di un’altra epoca, teatro di accesi tornei studenteschi o aziendali. Se siete catanesi, avete almeno 40 anni, amate questo sport e magari lo avete praticato ne avrete memoria.
Wembley, in confronto al Gustavo Ventura. Il dato da cui partire, pur manifestando il massimo della simpatia nei confronti del volenteroso Brindisi, non può non essere questo. Impossibile prescindere dal terrificante stato del terreno di gioco nel racconto della terza vittoria esterna di fila del Catania.Su un siffatto green (si fa per dire) proporre calcio è un’impresa biblica. Impensabile un fraseggio insistito, rischiosa oltre ogni limite qualsiasi manovra palla a terra, azzardato persino il più banale degli appoggi.

In una domenica già di per sé complessa causa coronavirus con tanto di porte chiuse e improvvisa ansia da rinvio per ciò che è accaduto in mattinata a Parma, gli etnei si ritrovano a fronteggiare una partita più spinosa di quanto non dica la classifica dell’avversario. E ne vengono a capo.

L’incontro è brutto tanto quanto le condizioni del campo. Ai rossazzurri non resta che adeguarsi usando l’unico spartito ipotizzabile in casi del genere: corsa e spirito battagliero. In formazione rimaneggiata a causa delle squalifiche di Rizzo e Mazzarani, dell’indisponibilità di Barisic, Dall’Oglio e Noce e delle condizioni precarie di Biondi e Curiale, Lucarelli schiera il consueto 4-2-3-1 con il rientrante Calapai basso a destra, Salandria riportato in mediana e Curcio sulla trequarti in appoggio a Beleck, al ritorno tra i titolari.

Se in C è raro assistere a un match in cui i contenuti agonistici non prevalgano su quelli tecnici, in questo caso l’eventualità è da scartare a priori. Tra un lancio lungo, una sportellata e un rimbalzo traditore, l’imprevisto è sempre in agguato. Al cospetto di un avversario dai limiti palesi, dedito alla protezione del pareggio in attesa di un eventuale episodio favorevole, il Catania non può non assumere l’iniziativa.

La difficoltà nell’allestire una manovra ragionata tra buche e dossi e la scarsa efficacia di Beleck nella fase realizzativa, però, non aiutano. Sarebbe tutto più semplice se il camerunense girasse in porta e non sui tabelloni pubblicitari un buon pallone crossatogli da Calapai su imbeccata di tacco di Capanni o se il gran destro dal limite di Vicente in apertura di gara non si stampasse sulla traversa a portiere battuto (foto Galtieri, sotto).

Le cose vanno diversamente e il Catania resta in trincea. Un pallonetto malamente abbozzato da Beleck su assist di Curcio, un tentativo dalla distanza di Calapai con palla sul fondo e una girata a lato di Curcio in avvio di ripresa dopo un’accelerazione di Pinto non bastano a schiodare il risultato dallo zero a zero.

Se dietro Furlan resta disoccupato e i rossazzurri rischiano zero o quasi concedendo solo un colpo di testa sul fondo a Gatto e due tiri fuori bersaglio a Zibert, in avanti serve qualcosa di più. La giocata da tre punti arriva al minuto 63, nell’immediatezza del cambio tra i pali dei locali: il titolare Casadei resta ko scontrandosi con Beleck, non proprio un moscerino, e lascia il posto al giovanissimo e riccioluto Sebastiano Messina, 17 anni, all’esordio tra i professionisti.

Il benvenuto poco amichevole al ragazzo, il cui cespuglio di capelli ricorda Fellaini, lo dà Salandria, che chiude una ripartenza condotta da Di Molfetta, costretto a domare l’ennesimo rimbalzo sballato, con una stoccata di destro sul primo palo che gli vale il primo gol con la nuova maglia.

Non avendo nulla da perdere, il Bisceglie prova a farsi avanti, ma i mezzi sono assai limitati. Il Catania è consapevole del rischio roulette russa degli ultimi minuti, soprattutto su un terreno del genere, e per disinnescarlo avrebbe un solo modo: raddoppiare. I tiri di Di Molfetta, Beleck e Curcio sono però troppo deboli e il tentativo allo scadere di Biondi, entrato per Capanni, si perde sul fondo.

E così, puntuale, ecco maturare la palla-gol per la beffa, nonostante l’inserimento di Esposito da parte di Lucarelli (in fondo il saluto “antivirus” con l’arbitro a fine gara, foto Galtieri) per puntellare la difesa: è Calapai a mettere una provvidenziale pezza ribattendo il tiro a colpo quasi sicuro di Zibert, il migliore dei suoi.

Il Catania chiude con l’uomo in più per l’espulsione per doppia ammonizione di Montero, macchinoso e assai spigoloso, scansa un pareggio che sarebbe equivalso a una sconfitta e si porta a -4 dalla Ternana e dal quinto posto. Chi l’avrebbe detto appena un mese fa, dopo la sconfitta casalinga col Monopoli?

BISCEGLIE-CATANIA 0-1
Bisceglie (3-4-1-2): Casadei 6 (12′ st Messina 5); Karkalis 6, Silva 6, Diallo 6; Petris 6 (38′ st Ungaro sv), Zibert 6.5, Trovade 5.5 (23′ st Rafetraniaina 5.5), Mastrippolito 5.5 (38′ st Longo sv); Ferrante 5 (23′ st Nacci 5.5); Gatto 5.5, Montero 4.5. In panchina: Tarantino, Dellino, Armeno, Abonckelet, Murolo, Tessadri. Allenatore: Mancini 5.
Catania (4-2-3-1): Furlan 6; Calapai 6.5, Mbende 6, Silvestri 6, Pinto 6.5; Salandria 6.5, Vicente 6 (1′ st Biagianti 6); Capanni 5.5 (20′ st Biondi 6), Curcio 6.5, Di Molfetta 6 (33′ st Manneh 5.5); Beleck 5.5 (41′ st Esposito sv). In panchina: Martinez, Welbeck, Curiale, Saporetti, Marchese, Di Grazia. Allenatore: Lucarelli 6.5
Arbitro: Di Cairano di Ariano Irpino 6.
Rete: 18′ st Salandria.
Note: si è giocato a porte chiuse, terreno in condizioni precarie. Espulso al 48′ st Montero per somma di ammonizioni. Ammoniti: Vicente, Capanni, Montero, Silvestri. Angoli: 1-3. Recupero: 0′; 4′.

a.c) - Lasiciliaweb.it

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