25 aprile 2010

Catania,assente ingiustificato a Livorno.

Senza mordente,senza testa ed un briciolo di orgoglio.

Il Catania a Livorno,al pari dei tifosi labronici in sciopero,non c'era, o meglio,in campo c'era una squadra lontanissima parente di quella ammirata nel girone di ritorno,capace di imprese memorabili.

Il calcio è proprio strano,amici miei!

Proprio nel giorno propizio,sulla carta, per chiudere i conti ed ottenere i punti per la matematica salvezza, i  rossazzurri incappano in quella che gli addetti ai lavori definiscono, in genere:"giornata da dimenticare".

E no,amici miei,proprio no!

Questa volta è il caso di dire che "questa giornata"bisogna invece conservarla,custodirla nella memoria, per farne tesoro ed evidenziare il comportamento demenziale,suicida,di un gruppo che ha disilluso le aspettative di quanti,certamente i tifosi del Catania,avevano creduto in quella che sembrava"un impresa" neanche tanto ardita,anzi.

Se consideriamo il fatto che oggi  era il Livorno a dover affrontare il momento più difficile della stagione con tanto di sciopero del tifo, a seguito di evidenti fratture tra tifoserie,società e squadra, e che, qualsiasi esito poteva esprimere il campo,la retrocessione sarebbe stata inevitabile, i rossazzurri non hanno trovato sufficienti motivazioni e nerbo per imporsi.

Non un occasione persa,un "match ball" fallito,certo no, questa volta non ci sono alibi.

A tre giornate dalla fine del campionato non si può scherzare col fuoco.

Intendiamoci, i quaranta punti conquistati dal Catania sono più di oro colato,sacrosanti e meritati per le autentiche imprese conseguite dalla squadra di Mihajlovic,al quale va dato il merito di aver cucito un anima pulsante addosso a ciascun elemento di questo gruppo,ma che non sono ancora sufficienti per la matematica certezza.

Buono per il Catania che l'Atalanta,terz'ultima, non è andata a punti e rimane staccata di sei lunghezze.

Rossazzurri superati in classifica dall'Udinese,agganciati dalla Lazio e rimontati prepotentemente dal Bologna,adesso a -1 e prossimo avversario del Catania tra quindici giorni,chi lo avrebbe detto!

"Dal Picchi arriva una lezione di umiltà",dichiara Mihajlovic a fine gara,deluso e duro con i suoi:"Non siamo ancora salvi. Da tre-quattro settimane diciamo di essere vicini a quest'obiettivo ma siamo ancora qua e dobbiamo ancora compiere questo passo".

Parole inequivocabili,schiette,che non lasciano spazio ad interpretazioni.

Il match col Livorno racconta di un Catania dimesso,molle in campo e senza idee,che tiene un tempo  e che poi sparisce nella ripresa.

Vero che si può recriminare per un fuorigioco inesistente che aveva portato Maxi Lopez al gol,ma sul fischio dell'arbitro, sullo 0-0.

Poco,troppo poco,per pretendere qualcosa,quando per troppa sufficienza, si sbagliano due occasioni sotto porta,contro una squadra che sembrava intimorita di se stessa.

Indecifrabile quello che è successo nella ripresa,con gli etnei che vanno in  bambola e che subiscono tre gol in sedici minuti dal Livorno che ha atteso quindici partite per vincere,ma nel giorno più triste,quello che sancisce il verdetto della definitiva retrocessione per i "labronici".

Bello,ma inutile,il gol della bandiera di Maxi Lopez giunto nel finale. Per "El Galina" nono centro stagionale in 14 partite.

Per il Catania è necessario adesso guardare avanti e non voltarsi indietro fino alla fine del campionato.

Domenica al "Massimino" arriva la Juventus, rilanciata dalla vittoria sul Bari,in piena corsa per l'Europa League,ma con lo sguardo oltre.

Urge ritrovare carattere,cuore,testa e tutto quello che può servire per riprendere il cammino.

A buon intenditor,poche parole!!!!!!!

 

Dra –Salvo Russo

www.domrossazzurra.altervista.org

 



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