domenica 29 ottobre 2023

Catania in crisi nera, al Massimino passa l’Avellino. Salta la panchina di Tabbiani?

 Terza sconfitta interna per i rossazzurri che cedono agli irpini per 0-2. Chiricò fallisce il rigore sullo 0-1 che poteva riaprire i giochi. Contestazione finale con fischi e cori per tutti. Sempre più incerto il futuro del tecnico etneo.

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Nessun cambio di rotta, nessuna riscossa. Il Catania non riesce a trovare il bandolo di una matassa che si è intrecciata inesorabilmente. Un’altra occasione mancata, anzi persa, per tentare di raddrizzare la rotta di un percorso tortuoso ed ispido, che ha generato venti di crisi e messo sotto esame in primis il tecnico Tabbiani.

Turbolenze che hanno disorientato l’ambiente e che rischiano di trasformarsi in tempesta dopo l’ennesimo ko interno, il terzo della stagione, inflitto da uno spietato Avellino che invece, centra il quinto successo consecutivo e mantiene saldamente il secondo posto in classifica.

Notte fonda per una formazione che sembra in balia dei suoi stessi limiti ed in cerca ancora di una propria identità da definire.

La sconfitta rimediata contro gli irpini è frutto di una prova simile ad altre, una pellicola riproposta sullo stesso schermo e con il medesimo finale.

Un copione piatto, scritto senza lasciare spazio a cambi di scena, a variazioni, utili a cambiare le prospettive del racconto.

Ancora una volta la squadra di Tabbiani è parsa confusa nell’espressione di un gioco che non riesce ad applicare, attanagliata da margini caratteriali e da una condizione fisico-atletica non al top che ha accentuato una sorta di smarrimento ed involuzione.

Gara subito in salita per i rossazzurri che al 9’ incassano il vantaggio ospite con Marconi che trasforma un calcio di punizione dal limite con deviazione decisiva e sfortunata della barriera etnea. Subito il colpo i rossazzurri tentano la reazione nervosa con manovre spesso disordinate che raramente mettono in seria difficoltà il reparto arretrato ospite.

L’occasione per riaprire la partita arriva al 21’ con Bocic che serve in area Mazzotta che perde il tempo per la battuta di prima e poi si fa chiudere lo specchio della porta dall’intervento del portiere avversario Ghidotti.

Ancora più clamorosa l’opportunità mancata al 25’ dopo l’atterramento in area irpina di Bocic sommerso da Sannipoli, netto il calcio di rigore che Chiricò  dagli undici metri calcia male, palla alla sinistra di Ghidotti che devia in angolo.


Il 32 rossazzurro cerca di riscattarsi subito dopo con una conclusione a giro che chiama all’intervento l’estremo irpino che devia ancora in angolo.

Avellino pericolosissimo al 34’ con un colpo di testa sotto misura di Mulè con palla che pizzica il palo.

Risponde il Catania, combinazione Chiricò – Rapisarda con quest’ultimo che dal vertice destro calcia con buon tempismo, Ghidotti è ancora attento.

Ancora un calcio piazzato dalla distanza mette in difficoltà gli etnei quasi allo scadere del primo tempo, il tiro di Pezzella viene deviato in angolo da Bethers.

Nella ripresa ci si aspetta qualcosa in più in chiave tattica, Tabbiani riparte con gli stessi undici.

Riparte forte l’Avellino con Pezzella che su calcio piazzato impegna Bethers, deviazione corta del numero uno che Sannipoli da due passi non riesce a ribadire in rete per l’intervento prodigioso dell’estremo etneo in recupero.

Arrivano i cambi per entrambi gli allenatori, poco incisivi nel Catania gli innesti operati da mister Tabbiani.

Decisivo invece per l’allenatore irpino Pazienza l’inserimento di Gori che al 70’ firma il raddoppio bianco-verde su un contropiede che trova la difesa etnea sfrangiata, con Sgarbi che taglia l’assist per la punta che realizza la rete dello 0-2.

Il forcing finale del Catania produce poco, De luca ci prova in due tempi, prima con una deviazione di testa, poi con un destro che si infrange nelle maglie difensive campane.

Dopo 5’ di recupero il fischio finale sancisce l’amaro epilogo di una partita nata male e finita peggio con la contestazione e i fischi dei 17mila tifosi rossazzurri che non hanno risparmiato dirigenza, allenatore e giocatori con questi ultimi che mestamente hanno sfilato sotto le curve.


In tribuna lo sguardo accigliato del presidente Pelligra e dei dirigenti segna il momento critico di un progetto che rischia di essere ridimensionato.

Non si può più navigare a vista, serve trovare continuità e razionalità, per non vanificare il lavoro progettuale e le risorse messe in campo.

Tanti i punti da analizzare, alcuni hanno radici profonde, che necessitano di risposte ed in tempi relativamente brevi, considerando che dopo undici giornate di campionato, al netto di quanto raccolto, non possono più esserci margini di tolleranza.

Non sappiamo quale sarà a questo punto la decisione della società sul futuro della guida tecnica del Catania, ma è evidente che la posizione di Luca Tabbiani è quantomeno in bilico.


IL TABELLINO:

CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Quaini (76′ Lorenzini), Curado, Mazzotta (68′ Castellini); Zammarini, Ladinetti (73′ Chiarella), Rocca; Chiricò (76′ De Luca), Dubickas (73′ Sarao), Bocic. A disp.: Albertoni, Bouah, Maffei. All. Tabbiani.

AVELLINO (3-5-2): Ghidotti; Cancellotti, Benedetti (18′ Palmiero), Mulè; Ricciardi (76′ Dall’Oglio), Lores Varela, Pezzella (76′ D’Angelo), Armellino, Sannipoli (61′ Falbo); Sgarbi, Marconi (61′ Gori). A disp.: Pane, Pizzella, Casarini, Tozaj. All.: Pazienza.

ARBITRO: Frascaro di Firenze (Porcheddu-Landoni).

IV Ufficiale: Cerea di Bergamo

MARCATORI: 9′ Marconi, 70′ Gori

NOTE: Ammoniti: Sannipoli, Bocic, Quaini, Curado, Armellino, Ladinetti, Sarao


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